Officina sicura: un paradigma non sempre compreso
L’ergonomia dei luoghi di lavoro, oltre alla corretta applicazione delle norme di settore, rappresenta il modo corretto di affrontare il tema della sicurezza. Ciò vale ancora più nelle officine di manutenzione.
In questo settore, tuttavia, permangono ancora alcuni aspetti non completamente affrontati, che meritano un approfondimento:
- La valutazione della fruibilità degli spazi confinati e la loro conformità rispetto al DPR 177/2011, il quale reca norme per la “qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti”. Spesso si trascura di effettuare una valutazione dei rischi così approfondita da comprendere le suddette prescrizioni riferite alle fosse di visita. Queste ultime devono in ogni caso risultare sufficientemente illuminate/illuminabili, dotate di superfici idonee alla prevenzione dei rischi da caduta/scivolamento, di dimensioni adatte e, in molti casi, dotate di coperture pedonabili.
- Le pavimentazioni: è ancora troppo spesso ignorata una valutazione di compatibilità ATEX per le proprie officine, così come sono pochi gli RSPP che si pongono il problema della conducibilità dei pavimenti in presenza di lavorazioni che richiedono l’uso di apparecchiature elettriche o su veicoli a propulsione elettrica privi del doppio isolamento.
- In tema di dotazione di estintori portatili su autobus è, come noto, prevista nel breve la sostituzione degli estintori a polvere con quelli a base d’acqua; nel frattempo, occorre informare/formare il personale aziendale e in primis i conducenti che, in caso di principio di incendio nel vano passeggeri, l’estintore a polvere, finché presente a bordo, potrà essere utilizzato solo dopo avere fatto scendere i passeggeri stessi. Ben più critica è però la situazione relativa ai sistemi di spegnimento di bordo che, pur non obbligatori, cominciano ormai a costituire una dotazione standard almeno per i acquistati sul mercato finanziato o comunque dalle principali aziende a partecipazione pubblica. Il DM 10/3/1988 sancisce che l’attività di controllo periodica e la manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio deve essere eseguita da personale “competente e qualificato”, ma tale condizione è difficilmente determinabile: i manutentori, infatti, risultano al massimo formati sulla specifica tecnologia ma non sul “sistema autobus” inteso quale insieme di tecnologia+ambiente di utilizzo.
- La diffusione ormai avviata di veicoli stradali a propulsione elettrica è destinata a mutare profondamente non solo i processi nelle officine ma anche il layout delle stesse e l’organizzazione del lavoro, con nuove competenze richieste, ad esempio personale abilitato e istruito rispetto ai lavori su impianti in corrente continua a bassa tensione superiore a 48 V. Lo stesso lavaggio tecnico dei veicoli alimentati a batteria non è sempre possibile utilizzando le usuali lance ad alta pressione, così come la presenza del doppio isolamento impone una formazione specifica di tutto il personale che mette mano a veicoli con ricarica conduttiva.
In tutti questi casi il “fai da te” è potenzialmente molto pericoloso per i datori di lavoro, cui il Dlgs 81/08 imputa la principale responsabilità: un investimento nell’assessment dei propri impianti da parte di chi già ha affrontato questi temi in questo specifico ambiente appare come la prima misura concreta per la mitigazione del rischio. Purché ci si affidi ad esperti del settore.